Utili esorbitanti per i costruttori d'auto tedeschi

Utili esorbitanti per i costruttori d'auto tedeschi

Per BMW il 2014 è stato un anno economico straordinario. Il margine di profitto sulle vendite è schizzato infatti all'11,3%. Il Gruppo è dunque non solo campione di redditività tra le case automobilistiche ma anche pronto per investire nel futuro.

La redditività di BMW è dimostrata già dal fatto che per ogni 100 euro di fatturato ne restano ben 11,30 di utile (al lordo di interessi e imposte). Stando alla società di consulenza Ernst & Young, che ha appena pubblicato uno studio sulla capacità di rendimento dei fabbricanti di auto tedeschi, si tratta di una cifra record nel confronto mondiale. I bavaresi relegano così Toyota e Hyundai al secondo e al terzo posto. Volkswagen segue al sesto posto.

Tendenzialmente, le case automobilistiche tedesche se la sono cavata meglio l'anno scorso rispetto a tutta la concorrenza mondiale. Nel 2014 Volkswagen, Daimler e BMW hanno infatti conseguito nel complesso (al lordo di interessi e imposte) un utile di 32,6 miliardi di euro (34,1 miliardi di CHF), vale a dire un incremento del 20% rispetto al 2013. Per fare un paragone: nel 2014 i 16 principali fabbricanti al mondo hanno aumentato la loro redditività in media del 4%. Tra i vari motivi: Hyundai, Honda, Ford, General Motors e Kia hanno ridotto gli utili.

VW raggiunge Toyota
Ragionando in cifre assolute, Toyota resta al primo posto con un rendimento di 18 miliardi di euro (18,8 miliardi di CHF). Se si considerano le attività cinesi di Volkswagen, rendicontate in un bilancio a parte, la casa di Wolfsburg raggiunge Toyota. Il sorpasso è però solo una questione di tempo visto che da un po', con lo yen in ribasso, i produttori giapponesi si rallegrano di una "congiuntura speciale".

Dallo studio di Ernst & Young emerge un altro aspetto non meno rilevante: la sempre maggiore dipendenza dal mercato cinese dei gruppi automobilistici tedeschi. Nel 2014 la Cina ha inciso per circa un terzo (32%) sul mercato mondiale delle vendite dei tre costruttori tedeschi. Nel 2013 la quota era ancora al 30%, cinque anni fa solo al 18%.

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