Toni aspri del Presidente USI

«Svizzera letargica»

Toni aspri del Presidente USI

27 giugno 2017 upsa-agvs.ch - Valentin Vogt ha parlato senza mezzi termini. Alla Giornata dei datori di lavoro di Losanna, il Presidente dell’Unione svizzera degli imprenditori ha criticato l’ostilità della Svizzera alla crescita, definito un paese «adagiatosi sugli allori», più propenso a ridistribuire che a creare qualcosa di nuovo.
 
sco. Per quanto prudenti, le sue parole non hanno lasciato dubbi. In occasione della Giornata dei datori di lavoro tenutasi a Losanna, Valentin Vogt ha criticato l’atteggiamento della Svizzera ad avvinghiarsi al vecchio invece di aspirare al nuovo. Una Svizzera esclusivamente intenta a gestire il suo benessere. Una Svizzera che vede di cattivo occhio la crescita invece di perseguirla. Gli strali hanno raggiunto anche il Consiglio federale e il Parlamento, che secondo Vogt si occuperebbero solo di questioni di ridistribuzione. «La propensione a una politica dei consensi, accompagnata da un eccesso di regolamentazione, costituisce un circolo vizioso che va interrotto.»

«Una tendenza letargica e ingiusta»
Vogt individua un esempio della politica dei consensi nella riforma della previdenza per la vecchiaia, che invece di risolvere i problemi li ha procrastinati, accollandoli alle generazioni future: «Questa tendenza non è né lungimirante né sociale ma letargica e ingiusta.»
 
Valentin Vogt si è detto deluso dalla «tanto lodata virata politica a destra» segnata delle elezioni parlamentari dell’ottobre 2015. Allora, spiega il Presidente, si sperava in riforme favorevoli all'economia e in interventi di deregolamentazione. Invece la concorrenza tra i partiti borghesi ha prodotto solo coalizioni altalenanti con i socialdemocratici anziché «una politica congiunta di destra». Vogt non ha risparmiato critiche neanche al Consiglio federale, che «puntualmente invia progetti in contrasto con i principi civili come la parità tra uomo e donna, l’abbattimento della discriminazione salariale, la riduzione dei contingenti dei lavoratori da paesi terzi e la regolamentazione del mercato del lavoro.»
 
La replica della Presidente della Confederazione Doris Leuthard
Tra i presenti alla Giornata dei datori di lavoro è spiccata una rappresentante del tanto bacchettato Consiglio federale, ovvero Doris Leuthard. Passata al contrattacco, la Presidente della Confederazione ha replicato alle aspre critiche di Valentin Vogt difendendo la riforma della previdenza per la vecchiaia e collegandola al voto contrario ai salari troppo alti dei manager.

Doris Leuthard ha poi rinfacciato all’economia la sua tendenza a «reclutare non proprio pochi» lavoratori qualificati esteri in settori pesantemente colpiti dalla disoccupazione. L’Unione svizzera degli imprenditori deve attivarsi quando tra i lavoratori si fanno strada la sensazione di lavorare sempre di più per sempre meno denaro e la paura che un giovane europeo possa rubare loro il lavoro. Doris Leuthard si è espressa a favore di un accordo quadro con l’UE, di nuovi accessi al mercato e di meno burocrazia per non dover essere più costretti ad adattare all’UE «ogni virgola» della legislazione svizzera.
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