20 ottobre 2020 agvs-upsa.ch – Vento in poppa per il referendum sul CO₂: l’UDC Svizzera ha deciso ufficialmente di sostenere il referendum lanciato dagli ambienti economici. Il partito vuole raccogliere firme attivamente.


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abi. Parole chiare dell’UDC Svizzera sulla nuova legge sul CO₂: la legge esistente è stata trasformata dal Consiglio federale e dal Parlamento in «un complicato mostro burocratico con troppi divieti e regolamentazioni», culminando in «un enorme marchingegno di ridistribuzione» che ricorda le economie socialiste di Stato.

L’Unione democratica di centro ha deciso quindi di sostenere il referendum lanciato da alcune associazioni del mondo economico, tra cui l’UPSA, contro la nuova legge sul CO₂ e a questo scopo raccoglierà firme attivamente. Il Partito lo ha reso noto martedì.

Ha aggiunto anche che attualmente la questione climatica sarebbe caratterizzata perlopiù da emozioni incontrollate e false credenze, tanto da calpestare persino la Democrazia svizzera e lo Stato di diritto. «Ecco perché è importante mantenere una buona dose di lucidità». La Svizzera ha un impatto estremamente limitato sulle emissioni globali e, in termini di politica climatica, è già su un’ottima strada. La Svizzera, ad esempio, è leader assoluta nel confronto internazionale in termini di emissioni di gas serra e continuerà a mantenere questa posizione.

Per l’UDC una cosa però è chiara: «Non c’è certo bisogno di nuovi divieti, né di aumentare ancora la burocrazia o le tasse». Il partito ha persino elaborato un proprio documento programmatico «Per un clima della ragionevolezza». (in francese)

L’UDC teme che nei prossimi anni la legge sul CO₂ costerà alla comunità e all’economia fra i 30 e i 40 miliardi di franchi, in forma di imposte e tasse, ad esempio a causa del prezzo più elevato della benzina. Il partito parte dal presupposto che in futuro una famiglia media di quattro persone dovrà sborsare annualmente 1500 franchi in più a causa della legge.