Il momento della verità per il padiglione 7

SAA Expo al Salone dell’automobile

Il momento della verità per il padiglione 7

23 marzo 2017 upsa-agvs.ch - Il nuovo e tanto atteso concetto di esposizione dal titolo SAA Expo, fiera specialistica dello swiss automotive aftermarket, ha fatto finalmente il suo debutto. Ma mentre i responsabili stilano un bilancio positivo della prima settimana del Salone e i nuovi espositori si mostrano soddisfatti, altri operatori del ramo si interrogano sul futuro del padiglione 7.

 
kro. Il SAA Expo è nato con una missione: fornire informazioni e trend sul post vendita per tutti i veicoli e offrire un «esclusivo programma di contorno». L’evento si è tenuto nel padiglione 7 dal 9 al 13 marzo, quindi durante la prima settimana del Salone, dopodiché i suoi spazi sono stati chiusi e relegati dietro una parete. Terminato l’Expo, Swiss Automotive Aftermarket (SAA), responsabile della fiera specialistica, ha riferito di «primi riscontri più che positivi».  Come dichiarato ad AUTOINSIDE da Diego De Pedrini, direttore di SAA, gli espositori si sono detti soddisfatti dell’organizzazione e della durata dell'evento. E anche il programma di contorno sembra «aver suscitato un vivo interesse e incontrato il favore di espositori e visitatori».

Lo confermano anche e soprattutto gli standisti tornati o venuti per la prima volta a Ginevra proprio grazie alla nuova idea di esposizione, come Samir Moursy, direttore di Südo AG: «Per noi il concetto è perfetto dato che non ci costringe a rimanere per tutta la durata del Salone - restando fino al lunedì, poi, siamo presenti anche nella seconda settimana.» Per Moursy, il bilancio in termini di vendite e colloqui è così soddisfacente che già si dice «quasi certo di tornare» anche il prossimo anno.

«Un’alternativa non praticabile» per l’ESA
Chi, durante la prima settimana di fiera, ha teso l’orecchio un po’ ovunque ha però ascoltato anche riscontri di segno opposto - l’evento del padiglione 7 sembra essere in bilico. Molti espositori ritengono infatti che gli oneri in termini di finanze e personale siano sproporzionati al ritorno e spiegano che nemmeno gli espositori più grandi sarebbero in grado di sostenerli senza il sostegno dei fornitori.  Proprio per questo motivo la brevità della fiera godrebbe del grande favore degli standisti. L’ESA, però, non ne condivide il consenso; un suo quadro di alto livello ha infatti affermato che la fiera breve non rappresenta un’«alternativa praticabile» per l’organizzazione.

Il perché è chiaro. L’ESA conta 22 000 clienti, tra cui 7000 soci, e si troverebbe a dover invitare, seguire e consigliare troppi ospiti per una sola settimana di fiera. Persino lo stand di quest’anno, dalle proporzioni ragguardevoli, sarebbe inadeguato a questa impresa dal punto di vista logistico. Il problema risiede anche nel fatto che spesso i garagisti si presentano scaglionati: i direttori passano la prima settimana, i capi officina la seconda. I primi fanno una cernita dei possibili acquisti, i secondi hanno l’ultima parola - in fin dei conti, sono questi ultimi a dover adoperare le attrezzature.

Fiera di una settimana: «fattibile a livello organizzativo»
Di tutt’altro parere sono alcuni grandi subfornitori come Hostettler e Swiss Automotive Group (SAG), di cui fanno parte Derendinger e Technomag. «A livello organizzativo per noi è fattibile», afferma un rappresentante degli espositori che vedono di buon occhio una fiera di una sola settimana.

Di fronte alla discordanza di pareri intorno al futuro del padiglione 7, urge un compromesso, un compromesso che trova la sua ragion d’essere in una semplice constatazione: gli espositori sono tutti nella stessa barca. È meglio quindi che scendano a patti, congiungano le loro forze e preservino un evento comune così importante. Peccato che, stando alle ricerche di AUTOINSIDE, non si veda alcun compromesso all’orizzonte, almeno non per il 2018. Bernadette Langenick, presidente di SAA, si dice però «fiduciosa» e lo afferma con l’appoggio del consiglio di fondazione del Salone, che sostiene il nuovo concetto espositivo, certo del suo successo nel lungo periodo.

Microfiere, solo come complemento
Fondamentalmente sono tutti d’accordo nell’affermare che il ramo dei professionisti svizzeri dell’auto ha bisogno di una fiera nazionale per tutti i suoi operatori. E tutti riconoscono anche la necessità di un relativo programma di contorno di una certa utilità pratica. L’obiettivo deve essere quello di offrire una piattaforma interessante ed efficiente ai garagisti, ai loro collaboratori e persino alle nuove leve. In quest’ottica, va anche migliorata la coordinazione degli inviti e garantita un’assistenza agli ospiti degna di questo nome. Se mancheranno questi interventi, l’esposizione del padiglione 7 diventerà sempre più irrilevante. Il fatto che espositori da sempre fedeli a Ginevra come Rhiag e Stieger preferiscano ormai organizzare proprie microfiere piuttosto che presenziare nel padiglione 7 è la logica conseguenza di questo sviluppo. E non si dimentichi che persino gli organizzatori di queste piccole esposizioni aziendali ritengono che tali eventi, per quanto importanti, possano e debbano essere un complemento a una manifestazione nazionale. Questa tendenza è un segnale chiaro agli organizzatori della fiera specialistica di Ginevra. SAA è consapevole di questa responsabilità: «All’inizio di aprile i vertici SAA tireranno le somme e discuteranno anche di suggerimenti e proposte di miglioramento», annuncia il suo direttore Diego De Pedrini.

 

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