Assemblea generale ESA: Anno di transizione con fatturato da record

Assemblea generale ESA

Assemblea generale ESA: Anno di transizione con fatturato da record

18 maggio 2017 upsa-agvs.ch - Non sono mancate le novità all’86a Assemblea generale dell’ESA: l’evento si è tenuto sotto l'egida del nuovo Presidente del CdA Markus Hutter e ha visto il nuovo CEO Giorgio Feitknecht rendere conto del 2016.  Ma tra le tante novità spicca una costante: il risultato annuale di tutto rispetto.
 

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Presidente del CdA Markus Hutter

sco/kro. Lo scorso giovedì circa 1000 comproprietari e rappresentanti del ramo sono giunti a Interlaken per partecipare all’86a Assemblea generale dell’organizzazione d’acquisto del settore svizzero dell’automobile e dei veicoli a motore (ESA). «Vale sempre la pena visitare Interlaken», così si è espresso Markus Hutter, Presidente del CdA, nel suo discorso di benvenuto. Con queste parole non ha però voluto alludere solo ai tanti turisti asiatici, che sono ormai presenza fissa a Interlaken come le tre vette montane Eiger, Mönch e Jungfrau. Hutter si è infatti riferito anche ai 1000 ospiti che, accorrendo all'evento nell’Oberland bernese, hanno dato prova del profondo legame tra il ramo dell’auto e l’ESA.

Un «anno non proprio spettacolare»
L’esercizio 2016 è stato «un anno non proprio spettacolare», ha ammesso il Presidente del CdA, quasi a „giustificazione“ del fatturato da record di 341,7 mio di franchi (+2,2%). Secondo Hutter, le premesse sono state difficili e lo dovrebbero restare. E ha menzionato le auto a guida autonoma nonché l’abbassamento dei valori limite di CO2 per esemplificare i mutamenti che l’intero ramo dovrà affrontare. «L’ESA deve occuparsi sin da oggi di questa evoluzione imminente.» L’organizzazione gode tuttavia di una buona posizione, la sua forma giuridica (cooperativa) è stabile e funzionale, di polemiche sugli stipendi dei manager non ce ne sono - così Hutter sintetizza la situazione strategica. «In tutta modestia, possiamo affermare che l’ESA è una realtà unica al mondo», così il Presidente del CdA ha concluso il suo discorso: «Possiamo essere fieri dell’ESA, soprattutto in tempi duri come quello attuale.»

Estate tarda, autunno caldo, inverno senza neve
E fiero lo è anche Giorgio Feitknecht, presentatosi per la prima volta all’assemblea generale in veste di CEO. Sul piano del fatturato e delle finanze, ha definito il 2016 un «anno di transizione» perché seguito alla svalutazione dell’Euro - un anno peraltro non facile sul fronte sia economico sia meteorologico. Gli affari connessi agli pneumatici, fondamentali per tutto il ramo, hanno infatti sofferto dell’«estate tarda, dell’autunno caldo e dell’inverno senza neve». Nonostante ciò e la stasi dell’intero mercato, l’ESA ha registrato un aumento del 4% dei pezzi venduti. «Intendiamo stimolare gli affari connessi agli pneumatici nei garage. Le gomme e le ruote sono la strada più facile e conveniente che conduce alla fidelizzazione del cliente.» Se l’ESA ha aumentato il suo fatturato nel settore dei pezzi di servizio e d’usura nonostante il calo dei prezzi, l’inverno mite ha frenato le vendite di accessori e prodotti chimici. Secondo Feitknecht, gli obiettivi in termini di fatturato sono stati disattesi proprio a causa di queste circostanze - e con questa constatazione, anche il CEO ha dato quasi l’impressione di voler giustificare il fatturato da record. L’utile al lordo degli ammortamenti ammonta infatti a 6,935 mio di franchi, dunque di poco inferiore a quello del 2015 (6,947 Mio.) e gli ammortamenti, pari a 6 mio, superano ampiamente la misura del necessario dal punto di vista economico-aziendale.


Un buon inizio d’anno
Giorgio Feitknecht ha rivolto però il suo sguardo non solo al passato ma anche al futuro. Stando al nuovo CEO, il 2017 è iniziato alla grande, in termini sia di quota di mercato sia di fatturato, e le previsioni fanno ben sperare. I circa 500 soci con diritto di voto hanno approvato all’unanimità tutte le proposte del CdA. Dopo 80 minuti di riunione e un intervento del Presidente centrale UPSA Urs Wernli, Markus Hutter ha chiuso la sua prima AG in veste di Presidente del CdA di un’ESA in forma smagliante.


Il communicato stampa ufficiale ESA.

 
Intervista a Markus Hutter, Presidente ESA
 
«Sono molto soddisfatto»
Un anno fa l’assemblea generale dell’ESA lo ha designato alla carica di Presidente - ora Markus Hutter passa in rassegna i successi del suo primo anno di mandato.  Al suo sguardo prospettivo si palesano, però, sfide impegnative per i garagisti e l’ESA. 
 

Signor Hutter, dal suo punto di vista di Presidente ESA, qual è stata la sfida più ardua del 2016 sul piano strategico?
Markus Hutter: Senza dubbio l’adeguamento alla rapidissima evoluzione tecnologica e alla conseguente e profonda trasformazione dell’intero settore della tecnologia dell’informazione. L’ESA ha raccolto questa sfida - e ne ha tratto persino vantaggio perché è diventata ancora più attiva in questo campo. Si pensi infatti a garagino.ch.
 
È soddisfatto del bilancio 2016 in quanto Presidente dell’ESA?
Molto! È difficile non esserlo con un fatturato da record di CHF 341,7 mio. Abbiamo proposto ai nostri comproprietari un tasso d’interesse del 2,5% sul capitale costituito dalle quote di partecipazione - un rendimento ottimo rispetto alla situazione del mercato - e la proposta è stata accettata all’unanimità. Il risultato annuale dimostra quanto sia preparata l’ESA e quanto sia forte la sua posizione di mercato.

Come le è sembrata la transizione da Charles Blättler a Giorgio Feitknecht?
Il passaggio di consegne è riuscito senza intoppi, come pianificato. Quanto all’elezione di Giorgio Feitknecht a Presidente della direzione, sapevamo benissimo di essere in buone mani. Charles Blättler ha rafforzato sostanzialmente la nostra cooperativa e Giorgio Feitknecht non sarà certo da meno.
 
Quali sono le sfide più ardue che attendono i garagisti nei prossimi anni?
L’elenco è lungo. Una sfida è la crescente erosione dei margini, che, per certi versi, grava pesantemente sui garagisti. In questa categoria ricade la dipendenza dagli importatori di auto. Un’altra sfida è il rapido sviluppo tecnico dei veicoli, che si compie anche e soprattutto sulla scia della digitalizzazione. Infine, sull’intero ramo peseranno anche i requisiti legali come quelli legati alle emissioni di CO2.


Intervista a Giorgio Feitknecht, Presidente della direzione dell’ESA
 
Tante analogie con l’alpinismo estremo

Giorgio Feitknecht ha presentato per la prima volta il risultato annuale dell’ESA in veste di Presidente della direzione. Pur dichiarandosi soddisfatto del bilancio conseguito, Feitknecht ricorda che nella maratona non sono i primi chilometri a contare.

Lei ha invitato l’alpinista estremo Dani Arnold a partecipare in veste di relatore. Secondo lei, quali sono le analogie con la sua attività di Presidente della direzione ESA?
Giorgio Feitknecht (ride): Oh, ce ne sono tante! In entrambi i casi è necessario o consigliabile affrontare la sfida con motivazione, impegno e gioia. Sia nell’alpinismo estremo che nella mia funzione vanno sviluppate idee e visioni, definiti degli obiettivi e poi attuati progetti e misure valutando correttamente i rischi e le opportunità.  E naturalmente è fondamentale anche comunicare con i membri dei team, i clienti, gli sponsor, i collaboratori, il pubblico, i consiglieri e i familiari, convincerli, motivarli ed elettrizzarli con idee, obiettivi e progetti.
 
Dal suo punto di vista, qual è stata la sfida imprenditoriale più ardua per l’ESA nel 2016?
Nel 2015 la svalutazione dell’Euro ha causato un pesante crollo dei prezzi e dei ricavi; il 2016 è stato quindi un anno di transizione in cui innanzitutto si sono dovuti stabilizzare i prezzi di mercato. La situazione congiunturale non è stata facile, tant’è che nel ramo serpeggiavano una certa insicurezza e cautela. Al tutto si è aggiunto un inverno che inverno non è stato, il che non ha di certo messo le ali a ricavi e fatturati.
 
È soddisfatto del risultato dell’anno scorso?
Considerate le premesse economiche e meteorologiche non proprio rosee, credo che l’anno possa essere considerato positivo e brillante. Infatti abbiamo chiuso il 2016 con un fatturato complessivo da record e un ottimo risultato.
 
Cosa prevede per l’esercizio 2017?
L’andamento confortante del fatturato del primo trimestre, i buoni rapporti con i nostri clienti e gli affari conclusi al Salone dell’auto di Ginevra di quest’anno ci danno motivo di guardare con fiducia al 2017. Passata la fase di transizione del 2016, prevediamo una stabilizzazione dell’intero mercato. E ovviamente ci auguriamo che quest’anno l’inverno sia un vero inverno e che possa così dare slancio agli affari stagionali, tanto importanti per tutto il ramo.
 
A gennaio ha rilevato la carica di Charles Blättler - come è iniziato il suo mandato?
Benissimo, anche perché ho potuto contare su un ampio sostegno e sono stato subito ben voluto. Tutti i membri del CdA mi hanno offerto il loro appoggio; nei primi mesi, poi, ho potuto contare sull’alta professionalità e competenza di Charles Blättler nella fase di transizione, insediamento e affiancamento.  I collaboratori ESA, i quadri e la direzione, senza cui non funzionerebbe nulla, hanno continuato a fare il loro lavoro con professionalità, motivazione, impegno e dedizione, anche sotto la mia direzione. E nelle occasioni di incontro i nostri comproprietari e clienti non mi hanno fatto mancare parole di sostegno. Ciò mi ha motivato profondamente. Ora farò di tutto affinché l’ESA prosegua su questa strada. Perché nella maratona non contano i primi chilometri ma la dirittura d’arrivo.
 


Omaggio a Charles Blättler

sco/kro. In occasione dell'86a Assemblea generale dell’ESA è stato reso anche omaggio a Charles Blättler, che il 1° gennaio 2017 ha ceduto la sua funzione a Giorgio Feitknecht dopo anni di onorata carriera. Per Markus Hutter è stata una strana sensazione veder andare in pensione una persona così giovanile come l’ex CEO; nel suo discorso, il Consigliere nazionale PLR ha quindi sfiorato un argomento politico: «Che Charles Blättler si sia ritirato troppo presto? O che l’età pensionabile sia troppo bassa in Svizzera? Probabilmente sono corrette entrambe le ipotesi.» Secondo Hutter, Blättler ha rappresentato brillantemente e incarnato l’ESA per 13 anni, guidandola verso un sviluppo costante. «Negli ultimi dieci anni l’ESA è cresciuta del 30%. Oggi consegue 100 mio di fatturato in più.»
 
E non solo - Charles Blättler ha curato anche lo sviluppo dei suoi collaboratori, creato un team di dirigenti competenti tra cui figura il suo successore. La laudazione di Hutter si è conclusa con le parole: «Ci ricorderemo di Charles Blättler come un gentiluomo dallo spirito arguto».

Raccolto l’assist, l’ex CEO ha ringraziato per le «parole gentili, forse anche troppo lusinghiere» e chiesto a Markus Hutter di fargli avere una copia scritta del discorso: «Vorrei mostrarlo a mia madre, che ha 93 anni, affinché veda che il terzo dei suoi cinque figli ne ha fatta di strada...»
 

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Charles Blättler (dx) con la sua compagna Sarah Burgdorf e Daniel Steinauer dell’ESA.


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«So già cos’è il lavoro»

Nato da una famiglia di contadini a Hergiswil nel Canton Nidvaldo, Charles Blättler ha fatto carriera fino a diventare presidente della direzione ESA. In pensione dall’inizio di aprile 2017, l’assemblea generale ESA tenutasi a Interlaken gli ha reso omaggio per il suo ruolo determinante nel settore svizzero dell’automobile.
 
kro. Da bambino non sapeva cosa avrebbe voluto fare da grande: «Nei pomeriggi di mercoledì e sabato in cui eravamo a casa da scuola, io e i miei fratelli lavoravamo nell’azienda agricola dei nostri genitori: c’era da abbeverare i vitelli, pulire le stalle, far pascolare gli animali, fare il fieno, raccogliere la frutta, coltivare l’orto», racconta, «non c’era alcuna possibilità di sognare cosa avremmo fatto da grandi». Suo padre muore per le conseguenze subite in un incidente quando Charles Blättler ha 15 anni. A 16 inizia la sua prima formazione: un tirocinio nel commercio del ferro, in cui il primo giorno il maestro di tirocinio lo presenta all’apprendista capo dicendogli «ti mostra lui come si fa», al che il ragazzo risponde con sicurezza: «So già cos’è il lavoro».
Poco meno di 50 anni dopo Charles Blättler, presidente della direzione della maggiore organizzazione del settore svizzero dell’auto, va in pensione. Di ritirarsi dal lavoro, però, non ne vuole sentir parlare: «Non sono più così teso e sotto pressione come prima», afferma, «ma neppure in panciolle».

«Il successo è merito di tutti»
Nei suoi 13 anni ai vertici dell’ESA, Charles Blättler ha cambiato profondamente la percezione interna ed esterna dell’organizzazione d’acquisto del settore svizzero dell’automobile e dei veicoli a motore, incrementandone notevolmente anche il fatturato, che lo scorso anno era attorno ai 342 milioni di franchi. Tuttavia, non se ne attribuisce il merito e afferma: «Il successo non è mai merito del singolo, ma di tutti. Tutto ciò non sarebbe mai stato possibile senza collaboratori competenti e motivati.» Assieme a loro è riuscito in un difficile gioco d’equilibrio, che ora sarà portato avanti da Giorgio Feitknecht, il candidato da lui stesso indicato per la successione: trovare la soluzione migliore tra una cooperativa di garagisti svizzeri non orientata principalmente al profitto e un’impresa competitiva, orientata al mercato in un ambiente fortemente concorrenziale. Questo è già di per sé un compito straordinariamente impegnativo perché la concorrenza è vigile e lotta anch’essa per la conquista di quote di mercato.

Energico nelle questioni, delicato nei modi
I primi giorni e le settimane dopo la notizia che Charles Blättler si sarebbe ritirato per raggiunti limiti d’età non sono stati facili per lui, «anche se ho sempre saputo che esiste una vita anche dopo l’ESA». Prima di arrivare al settore dell’auto è stato membro o presidente della direzione di gruppi aziendali nazionali e internazionali operanti soprattutto nel settore dei generi alimentari e voluttuari. Queste esperienze e il suo corso di studi alla Scuola superiore di economia di Lucerna gli sono stati molto utili in seguito: «Hanno ampliato i miei orizzonti e mi hanno permesso di adottare un approccio diverso con i miei interlocutori». Per «diverso» intende «aperto». Questa è sempre stata anche la politica adottata con i suoi collaboratori: grande margine di manovra, ma fitto dialogo. E questo è stato anche il suo stile dirigenziale: energico nelle questioni, afferma, «ma delicato nei modi». Su queste basi ha instaurato nell’ESA la cultura dello scambio, «in cui ci si parla faccia a faccia e non dietro le spalle». E ha consolidato anche qualcos’altro: «Da noi non ci sono “sapientoni”», perché chi pensa di saperne più degli altri e si dà delle arie lo disturba. Lo stesso vale anche per chi è poco attento e per coloro che dimostrano scarsa identificazione, perché «l’identificazione con le esigenze del cliente è il fattore principale per il successo».

Decisioni difficili da prendere ne ha avute una sfilza. Per quanto conciliante e cordiale possa essere, Charles Blättler non le ha mai evitate. Anzi, le ha assunte in modo razionale, portandole avanti possibilmente entro limiti contrattuali, soprattutto quando si trattava di decisioni sul personale.

Continuerà a seguire con molta attenzione lo sviluppo del settore dell’auto. In primo luogo perché ormai questo settore «gli è entrato nel cuore più di ogni altra cosa». Secondariamente perché ha appena accettato la proposta di offrire la sua esperienza nel consiglio di amministrazione di un’«interessante» impresa familiare con due autofficine nell’area di Zurigo. È disposto ad accettare anche altri incarichi simili nel settore dell’auto o nell’economia in generale.

Influsso sulla creazione del valore
Attualmente gli interessa la tendenza della politica a schierarsi a favore delle motorizzazioni alternative sul mercato. «Il nostro settore si dovrà preparare perché questo sviluppo influirà fortemente sulla catena di creazione del valore nelle autofficine.» C’è ancora un gran numero di autoveicoli con motori convenzionali che richiederanno manutenzione fino alla fine della loro vita utile. «È indispensabile che i costruttori di automobili garantiscano ai garagisti un margine che copra i costi e assicuri la sussistenza anche per la vendita di auto nuove».

Il piacere della «libertà nell’agenda»
E naturalmente «terrà d’occhio» anche l’ESA. Il suo pensionamento è stato deciso di comune accordo con la direzione dell’ESA, con il consiglio di amministrazione e con la presidenza: «ho sempre un dialogo molto aperto e cordiale con tutti gli esponenti dell’ESA, in particolare con il mio successore». Non sente alcuna malinconia... «al contrario». Dal suo pensionamento, due mesi fa, si è reso conto di quanto sia importante per lui avere così tanta «libertà nella sua agenda». Adesso ha più tempo per lo sport, per viaggiare, per le attività culturali e la natura, soprattutto per la figlia trentunenne e per la sua compagna che è ancora nel pieno della sua vita lavorativa. Inoltre trova finalmente più tempo anche per sua madre, che a 93 anni è mentalmente ancora in perfetta forma. Adesso può ricambiare almeno un po’ tutto quello che lei ha fatto da sola, dopo l’improvvisa scomparsa del marito, per i suoi cinque figli nella difficile età della preadolescenza, dell’adolescenza e in seguito.

Anche dopo il pensionamento Charles Blättler rimarrà legato al settore dell’auto (charles.blaettler@bluewin.ch).

 
«Il nostro obiettivo primario non è necessariamente il massimo profitto»
23 dicembre 2016 agvs-upsa.ch - L’organizzazione d’acquisto dei garagisti svizzeri ESA ha un nuovo capo. Giorgio Feitknecht segna un cambio generazionale.
 

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kro. Già la vigorosa stretta di mano parla da sé: questo è uno che sa il fatto suo. Da inizio gennaio 2017 Giorgio Feitknecht guida le sorti dell’ESA in veste di nuovo presidente della direzione. Charles Blättler, il suo predecessore, lo affiancherà ancora dietro le quinte fino a metà marzo, ma dopo il Salone dell’auto andrà in pensione a tutti gli effetti.
 
Occupare il posto di una leggenda del settore non è certo un compito facile, lo sa bene anche Feitknecht: «Insieme ai suoi collaboratori, Charles Blättler ha reso l’ESA come la vediamo oggi: non soltanto un’organizzazione leader del settore svizzero dell’automobile, ma anche un partner forte per i garagisti», afferma.
 
Evoluzione anziché rivoluzione
Tuttavia, uno come Feitknecht non si accontenta di amministrare i risultati conseguiti: vuole andare oltre. Con l’ESA vuole scrivere un nuovo capitolo, anche se non è sua intenzione fare cambiamenti radicali. Il suo approccio mira a un’evoluzione più che a una rivoluzione. A garanzia di questo approccio vi è il semplice fatto che Feitknecht conosce l’organizzazione da anni: in qualità di responsabile dei canali di vendita è stato membro della direzione durante i cinque anni passati. Ma sa anche che «il settore svizzero dell’automobile si trova di fronte a profondi cambiamenti» afferma Feitknecht, «in qualità di principale partner dei garagisti, noi non ci accontentiamo di seguire tali cambiamenti, bensì nell’ambito delle nostre possibilità intendiamo svolgere un ruolo chiave nel determinarli».
 
Le maggiori sfide dell’ESA per i prossimi anni sono rappresentate principalmente dal rapidissimo progresso tecnologico, sostiene Giorgio Feitknecht: «La digitalizzazione modifica gran parte dei processi lavorativi per i garagisti e quindi anche per noi», il che ha ripercussioni dirette su costi, prezzi e margini. Nei prossimi anni le esigenze di mobilità della gente non subiranno grandi stravolgimenti, ma cambierà molto la loro attuazione, sostiene Feitknecht. I clienti dell’ESA si troveranno a fronteggiare nuove sfide e, di conseguenza, anche l’ESA stessa. In questo contesto Feitknecht ritiene la digitalizzazione una sfida importante.
 

In equilibrio tra costi e profitti
Il settore della logistica lo esprime in modo esemplare: il ritmo delle consegne è aumentato moltissimo negli scorsi anni. Chi non riesce a consegnare in tempi più che rapidi perde il cliente. La concorrenza dell’ESA dista solo un clic di mouse e negli ultimi anni si è ampiamente riorganizzata anche qui da noi. È una partita a scacchi ai massimi livelli, un gioco d’equilibrio tra costi e profitti. In futuro occorreranno ancora più consegne al giorno? «Consideriamo economicamente ed ecologicamente sensato, equilibrato e ragionevole per rispondere alle esigenze della clientela effettuare due o tre consegne al giorno», afferma Feitknecht, «tuttavia, nei prossimi anni dovremo ottimizzare ancora molto la logistica, anche e soprattutto per ridurre ulteriormente il lead time tra la conclusione dell’ordine e la consegna finale al cliente».
 
L’ESA sostiene l’efficienza dell’intero settore dell’auto
In questa lotta per le quote di mercato, tra l’ESA e altri fornitori regionali, nazionali e internazionali, Giorgio Feitknecht vede la sua azienda in una «situazione particolare», ossia in una posizione di vantaggio. «In qualità di cooperativa propria del settore, con un CdA composto esclusivamente da garagisti, il nostro obiettivo primario non è necessariamente il massimo profitto», afferma, «infatti, la nostra priorità è fornire a garagisti e carrozzieri i prodotti, gli strumenti e i servizi necessari affinché possano lavorare con successo e continuare a esistere nel lungo periodo». In tal senso l’ESA sostiene l’efficienza dell’intero settore dell’auto. Conseguentemente l’ESA è in grado di offrire per lo più gratuitamente servizi di mercato come, ad esempio, garagino.ch, SafePneu e MechaniXclub. Feitknecht non vede nessuno svantaggio concorrenziale per la cooperativa in quanto tale: «A prima vista la forma sociale di cooperativa può sembrare oggi obsoleta agli occhi di alcuni», afferma, «in realtà è una forma molto moderna perché garantisce una grande prossimità al mercato e tutela così al meglio gli interessi dei nostri clienti».
 
La solidarietà non è una garanzia di successo
 Ad ogni modo, Feitknecht non ha ancora mai notato un rallentamento a causa di questa forma sociale, anzi: «È un grande vantaggio che i nostri clienti siano anche comproprietari». Tuttavia, Feitknecht è anche sufficientemente realista per sapere che questa solidarietà non è né una dichiarazione di privilegio né una garanzia di successo e che l’ESA deve impegnarsi ogni giorno per affermarsi e consolidarsi sul mercato.
Per questo motivo l’ESA è molto attenta a come si evolverà in futuro il ruolo del garagista. Il nuovo capo vede chiaramente lo sviluppo della figura di fornitore di servizi di mobilità, «anche se non è ancora chiaro nel dettaglio cosa tutto ciò comporta e quindi è possibile che ognuno intenda una cosa diversa».
 
«Aumentare al massimo l’attrattiva dell’automobile»
 A questo proposito è necessario – soprattutto per l’UPSA – definire questo concetto con contenuti coerenti e concreti, cosa che peraltro ha già iniziato a fare con efficaci programmi sostenibili orientati al valore produttivo. Feitknecht stesso ritiene che il garagista abbia il compito centrale di «aumentare al massimo l’attrattiva dell’automobile quale possibile mezzo di trasporto per il consumatore». Rientrano qui temi come la tutela ambientale, l’affidabilità e i prezzi vantaggiosi, ma anche il fattore simpatia, l’agevole accesso a servizi e soluzioni, e infine la flessibilità. In linea di massima, la sfida futura del garagista sarà quella di assicurare la mobilità individuale dei propri clienti in una forma contemporanea, il che implica innanzitutto un orientamento ancora più spiccato alle loro esigenze. Il concetto chiave sarà dunque «orientamento al servizio».
 
Il garagista deve aiutare a trovare la soluzione migliore
 E lui? Riceve questo trattamento dal proprio garagista? La risposta arriva di getto: «Certamente!», esclama, «da molti anni ormai il mio garagista di fiducia è molto sollecito nel suo lavoro e la qualità del servizio è ineccepibile». Risponde alle sue esigenze e aspettative in modo altamente flessibile con un approccio estremamente aperto. «Mi consiglia con grande semplicità e onestà, tanto che finora non ho mai avuto l’impressione che gli interessi solo vendermi qualcosa». Molto probabilmente il suo garagista non si definirebbe un consulente di mobilità, spiega Feitknecht, ma di fatto lo è, perché non lo ha mai lasciato a piedi. «Mi aiuta con grande schiettezza a trovare sempre la soluzione migliore». Ed è proprio così che dev’essere, conclude Feitknecht.


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